Le rane di stagno sorprendono gli scienziati: riescono a predare vespe giganti asiatiche senza subire danni dalle loro punture velenose. Lo studio rivela una straordinaria resistenza al dolore e alla tossicità, aprendo nuove prospettive sulla tolleranza al veleno e sulla coevoluzione tra anfibi e insetti pungenti
Predatori inattesi: rane coraggiose si nutrono di vespe mortali.
È stata scoperta una notevole resistenza al veleno in una rana che si nutre di calabroni nonostante il loro pungiglione mortale. Questa rana potrebbe potenzialmente fungere da organismo modello per studi sui meccanismi alla base della tolleranza al veleno.
Sebbene la sola vista del pungiglione di una vespa gigante sia sufficiente a riempire molti di noi di terrore, alcuni animali, come certi uccelli, ragni e rane, sono noti per predare vespe adulte. Il veleno iniettato dai loro pungiglioni può provocare un dolore acuto e intenso, oltre a danni locali ai tessuti ed effetti sistemici come la distruzione dei globuli rossi e disfunzioni cardiache, che possono persino risultare fatali. Tuttavia, se gli animali che cacciano le vespe siano in grado di tollerare le punture velenose, o semplicemente riescano ad evitarle, è rimasto poco chiaro. «Sebbene studi sul contenuto gastrico avessero mostrato che le rane di stagno talvolta mangiano vespe, nessun lavoro sperimentale aveva mai esaminato come ciò avvenga», afferma l’ecologo della Kobe University, il dottor Sugiura Shinji (1).
Per verificare se le rane evitino o tollerino le potenzialmente letali punture delle vespe, Sugiura ha presentato singole rane adulte di stagno a operaie di tre specie di vespe, Vespa simillima, V. analis e V. mandarinia, in condizioni di laboratorio. Ogni rana è stata utilizzata una sola volta ed è stata abbinata in base alle dimensioni della vespa che avrebbe potuto predare, con le rane più grandi abbinate preferenzialmente alle vespe giganti asiatiche (V. mandarinia).
Nel giornale Ecosphere (2), Sugiura presenta prove sorprendenti che le rane adulte di stagno hanno attaccato attivamente le operaie delle tre specie di vespe. Inoltre, egli riporta che il 93%, l’87% e il 79% delle rane hanno infine consumato rispettivamente V. simillima, V. analis e V. mandarinia, nonostante fossero state punte in bocca o persino negli occhi. «Mentre un topo di dimensioni simili può morire a causa di una sola puntura, le rane non hanno mostrato alcun danno evidente anche dopo essere state punte ripetutamente. Questo livello straordinario di resistenza a un veleno così potente rende la scoperta al tempo stesso unica ed entusiasmante», afferma Sugiura.
Studi precedenti hanno suggerito che il dolore e la letalità delle punture velenose non siano necessariamente correlati: alcune api, vespe e formiche pungenti infliggono punture estremamente dolorose ma non letali, mentre altre provocano poco dolore nonostante un’elevata letalità. Ciò potrebbe significare che le rane coinvolte in questo studio abbiano sviluppato una doppia tolleranza a queste punture, che ha permesso loro di predare con successo le operaie delle vespe.
«Questo solleva una questione importante per i lavori futuri», aggiunge, «ossia se le rane di stagno possiedano meccanismi fisiologici come barriere fisiche o proteine che bloccano il dolore e la tossicità del veleno delle vespe, oppure se le tossine delle vespe semplicemente non si siano evolute per essere efficaci negli anfibi, che raramente attaccano colonie di vespe». Queste rane potrebbero, quindi, servire anche come preziosi organismi modello per lo studio dei meccanismi fisiologici alla base della tolleranza al veleno e della resistenza al dolore nei vertebrati in futuro.
Questa ricerca è stata finanziata dalla Japan Society for the Promotion of Science KAKENHI (sovvenzioni JP23K18027 e JP24K02099). La Kobe University è un’università nazionale le cui radici risalgono alla Kobe Higher Commercial School, fondata nel 1902. Oggi è una delle principali università di ricerca complete del Giappone, con oltre 16.000 studenti e più di 1.700 docenti distribuiti in 11 facoltà e scuole e 15 scuole di specializzazione. Combinando le scienze sociali e naturali per formare leader con una prospettiva interdisciplinare, l’Università di Kobe crea conoscenza e promuove l’innovazione per affrontare le sfide della società.
Riferimenti:
(1) Sugiura Shinji
(2) Pond frog as a predator of hornet workers: High tolerance to venomous stings
Descrizione foto: La rana di stagno a macchie nere sembra essere illesa e imperterrita dalle punture velenose dei calabroni come il calabrone gigante asiatico, il più grande del mondo. - Credit: Shinji Sugiura, Ecosphere.
Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: Fearless frogs feast on deadly hornets